Secondo il Tribunale, Delmastro non è punibile perché era convinto in buona fede di non violare alcuna legge.
E’ stata chiesta l’archiviazione del procedimento per cui il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è indagato per rivelazione del segreto d’ufficio: aveva rivelato a Giovanni Donzelli il contenuto di un documento riservato sul caso di Alfredo Cospito, il detenuto anarchico al 41-bis dimesso dall’ospedale il 4 maggio.
Per Delmastro è assenza di reato
Tuttavia, il gip ha scelto di non accogliere subito la richiesta di archiviazione, fissando per luglio un’udienza in cui verranno ascoltate le parti. “La richiesta di archiviazione riconosce l’esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo ed è fondata sull’assenza dell’elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extrapenale”, afferma la Procura.
Quindi, anche se Andrea Delmastro non avrebbe potuto condividere con Donzelli la relazione che descriveva i colloqui di Cospito con alcuni boss mafiosi detenuti al carcere, viene definito non punibile perché convinto in buona fede di non stare violando la legge.
L’apertura del fascicolo
Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il documento non era segreto “tout court“. Il fascicolo era stato aperto a seguito di un esposto presentato da Angelo Bonelli, dopo che Donzelli aveva accusato i colleghi del Pd di “stare dalla parte dei terroristi con la mafia”.
Così, il deputato di FdI Delmastro, si era difeso dicendo che quell’atto sarebbe stato “consultabile da qualsiasi deputato“. Quando però a chiederlo sono stati i tre deputati di opposizione – Bonelli, Marco Grimaldi e Riccardo Magi – il ministero ha trasmesso solo un piccolo estratto, dai contenuti corrispondenti a quelli citati da Donzelli in Aula.